La biblioteca Classense conserva circa 750 manoscritti, 350 dei quali databili fra il decimo e il sedicesimo secolo.
Il codice più famoso è l’Aristofane, l’unico manoscritto antico a contenere tutte le undici commedie superstiti del commediografo greco.
Altri manoscritti classico-umanistici importanti sono il manoscritto delle Rime e Trionfi di Francesco Petrarca impreziosito da un disegno di Sandro Botticelli (Trionfo d’Amore) e i manoscritti liturgici e giuridici dalle raffinate miniature.
Al nucleo dei manoscritti più antichi si affiancano le raccolte che documentano la storia ravennate, per una buona parte provenienti dall’acquisto di parte della libreria di Casa Spreti del 1875, fonti fondamentali per gli studi locali.
Il fondo manoscritto conserva anche numerosi carteggi, dalla raccolta di lettere dei monaci camaldolesi ai più recenti epistolari del ventesimo secolo.
La collezione di opere a stampa antiche comprende edizioni che vanno dal quindicesimo al diciottesimo secolo e conta più di 80.000 volumi. Tra questi, 800 incunaboli1 consentono di ripercorrere per intero gli esordi dell’arte tipografica. Dal De Oratore di Cicerone del 1465, il primo libro stampato in Italia da Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz, al capolavoro dei libri illustrati veneziani, l’Hypnerotomachia Poliphili, stampata nel 1499 da Aldo Manuzio.
La biblioteca conserva più di 8000 cinquecentine2 , tra le quali ci sono le famose edizioni stampate da Aldo Manuzio e tutte le edizioni della Commedia dantesca.
Di grande interesse artistico e scientifico è la raccolta libraria donata nel 1795 alla biblioteca dei Camaldolesi dall’architetto ravennate Camillo Morigia.
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Pagina aggiornata il 16/05/2024