Nel 1803, dopo le soppressioni delle corporazioni religiose volute da Napoleone Bonaparte, l’antica e importante biblioteca dei monaci camaldolesi diventa la biblioteca civica di Ravenna. La costruzione dell’antico edificio che oggi ospita la Biblioteca Classense inizia intorno al 1515. I monaci, che fino ad allora avevano abitato a Classe, decidono di trasferirsi in città, al riparo delle mura, e lasciano il loro antico monastero danneggiato durante la Battaglia di Ravenna (1512). Per quasi 300 anni l’abbazia viene ampliata e diviene uno dei più grandi e maestosi monumenti della Congregazione camaldolese.
I fondi librari dei più importanti dei conventi e monasteri della città soppressi tra Settecento e Ottocento, riuniti negli spazi dell’antica abbazia camaldolese, costituiscono il patrimonio della biblioteca civica che prese il nome di Biblioteca Classense.
Tra i fondi più antichi troviamo codici manoscritti, incunaboli1, edizioni a stampa di pregio, manoscritti originali, manoscritti musicali, carteggi, raccolte di grafica come disegni, xilografie2 , incisioni su rame, litografie3.
Numerosi sono i fondi speciali, di grande ricchezza e varietà documentaria.
Dal 1800 al già ricco patrimonio originario, si sono aggiunte le donazioni di importanti biblioteche private, come quella dell’architetto Camillo Morigia (1743-1795) e dello storico dell’arte Corrado Ricci (1858-1934). Altre biblioteche sono state acquistate, come quella della famiglia Spreti, ricca di manoscritti, opere d’arte e documenti indispensabili per la ricerca sulla storia e sulla cultura di Ravenna, e la Raccolta Dantesca, creata dal grande bibliofilo ed editore Leo Samuel Olschki (1861-1940). Questa raccolta contiene prime e rare edizioni dedicata all’opera di Dante Alighieri.
Oggi, grazie a una politica delle acquisizioni costante nel tempo, la Classense è una biblioteca storica di cultura generale, dotata di un patrimonio librario antico, moderno e contemporaneo tra i più importanti d’Italia, in continuo accrescimento e aggiornamento.
Un grande progetto di restauro architettonico, sta recuperando tutti gli spazi dell’antico complesso dell’abbazia per una superficie di 28.000 m2.
Pagina aggiornata il 01/10/2024